L’IMPORTANZA DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE NELL’ISTRUZIONE E NELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE DAL PUNTO DI VISTA DELLA GESTIONE DI UN CENTRO DI FORMAZIONE

Caratteristiche di una scuola di formazione professionale di riferimento per l’internazionalizzazione nei Paesi Baschi

L’internazionalizzazione è un elemento cruciale per MEKA, scuola di formazione professionale e partner del progetto europeo DIGINT, di cui CIS è capofila. In questa scuola, l’internazionalizzazione viene sviluppata in diversi modi: rafforzando il livello di internazionalizzazione di insegnanti e studenti attraverso corsi di lingua; promuovendo l’internazionalizzazione “at home” grazie alle visite di studenti stranieri; partecipando a diversi progetti europei KA2, rafforzando così la strategia di internazionalizzazione attraverso la partecipazione attiva di insegnanti e studenti. Il punto di forza principale di MEKA in questo ambito è rappresentato dalle mobilità.

Secondo Jose Mari Beristain, Direttore di CIFP MEKA LHII, “nella nostra scuola l’internazionalizzazione è un’attività che svolgiamo da anni, precisamente dal 1990, ed è un’iniziativa pienamente integrata nella nostra filosofia”. Il Direttore di MEKA parla di questo tema solo in termini positivi, sottolineando soprattutto “la possibilità di conoscere altre realtà” grazie all’internazionalizzazione. José Mari ha dedicato 30 anni all’insegnamento, di cui 10 come Direttore, e ci racconta di non aver mai avuto esperienze negative in questo ambito. Ha personalmente vissuto l’internazionalizzazione partecipando a numerose mobilità, e considera queste esperienze come opportunità preziose per esplorare la realtà di altri paesi. “È l’occasione ideale per scoprire la vera natura di un paese. Spesso abbiamo idee preconcette, e vivere un’esperienza Erasmus ci mostra la realtà autentica”, spiega José Mari. Inoltre, sottolinea l’importanza di osservare le pratiche tecniche in altri paesi, un’esperienza che “ti permette di valutare il tuo livello nelle aree di competenza che già conosci”.

Per quanto riguarda i rischi associati all’internazionalizzazione, José Mari esprime una preoccupazione principale: il rischio che la mobilità “si trasformi in un semplice viaggio di fine anno”. Secondo lui, “è essenziale che noi insegnanti ci organizziamo con attenzione e definiamo chiaramente l’obiettivo reale delle mobilità. È altrettanto importante che trasmettiamo questi obiettivi agli studenti”. Una mobilità è “un’opportunità per vivere esperienze nuove e gratificanti, ma anche un momento di apprendimento prezioso, che deve essere sfruttato per acquisire conoscenze da riportare e applicare successivamente”.

Un ulteriore problema che solleva riguarda la disponibilità del personale docente a impegnarsi nei progetti. I progetti “sono estremamente importanti, ma dobbiamo incoraggiare gli insegnanti a parteciparvi; spesso, però, ci troviamo di fronte a difficoltà linguistiche”, afferma José Mari. “Molti sono riluttanti perché non abbiamo ore sufficienti da dedicare ai progetti; alla fine, il lavoro viene svolto senza ore formali (e senza compenso), richiedendo quindi iniziativa e sacrificio”, aggiunge il direttore di MEKA. Secondo José Mari, “nel nostro lavoro siamo molto fortunati, le cose che facciamo ci servono anche a livello personale, permettendoci di vedere altri punti di vista. Anche se purtroppo, non tutti la pensano allo stesso modo”.

La filosofia di José Mari si riflette chiaramente nella scuola, e per questo motivo afferma con convinzione che MEKA rappresenta “un modello nell’internazionalizzazione”. “Il nostro istituto è un esempio di buona pratica. Storicamente, abbiamo sempre dimostrato grande forza in questo campo. Abbiamo profondamente interiorizzato l’importanza che i nostri studenti svolgano i loro tirocini all’estero”, spiega, facendo un confronto con altre scuole.

Tuttavia, è evidente che sono necessarie più risorse per la gestione. La gestione dell’internazionalizzazione richiede un notevole impegno di tempo e dedizione, e José Mari evidenzia la necessità di più ore per il personale docente per coordinare e implementare le attività internazionali.

In conclusione, José Mari enfatizza che il successo dell’internazionalizzazione dipende principalmente dalla volontà. “Il desiderio di scoprire il mondo è fondamentale. Viviamo in un paese molto industrializzato, e questo ci spinge verso l’internazionalizzazione e la conoscenza dell’ambiente globale”. Secondo lui, “i nostri insegnanti sono animati dalla passione di comprendere cosa accade in altre realtà, di apprendere e di riportare a scuola le competenze e le esperienze acquisite”.